IL BAMBINO NEL DIVORZIO

Una vista sistemica

Il più grande peso dell’infanzia è la preoccupazione conscia ed inconscia per i propri genitori. Voglio diffondere questi informazioni per rende più consapevole la coppia sulla necessità di trasformare le tensioni interne alla propria relazione, ovvero di separarsi con reciproco rispetto, lasciando liberi i figli senza privarli della cura genitoriale, integrando un punto di vista sistemico e risolutivo.

trittico_3Trittico della Divisione

Luca Sguanci

Nel divorzio il bambino avverte più che mai il bisogno della vicinanza rassicurante dei genitori e di non essere l’oggetto dei litigi. Loro hanno paura di perdere amore, affetto e sicurezza. La giusta domanda non può essere costituita di chi debba assumere la custodia, ma da quali siano le modalità attraverso le quali possiamo assicurare ai figli la continuità della presenza di entrambi i genitori, al di là dei conflitti che li dilaniano, al di là delle colpevolizzazioni che fanno vivere il bambino, sebbene amato, tra bestie feroci, creando una gabbia di paura intorno di lui.

I bambini provano dolore a giudicare i genitori e a dover prendere parte di uno contro l’altro. Per loro non esiste il buono o cattivo genitore, nel suo cuore c’è amore per entrambi e nella stessa misura. Non può mai essere gravato dal compito di scegliere tra loro in quanto prova di fedeltà nei confronti dell’uno o dell’altro. Sarebbe come chiedergli di spaccare il suo cuore.
Poiché tutti noi possediamo un patrimonio rappresentato dal 50% di nostra madre e dal 50% di nostro padre, siamo concepiti da loro, rifiutare un genitore sarebbe negare una parte della nostra personalità, del nostro essere più profondo, creando un conflitto nella percezione di noi stessi e favorendone il disconoscimento.
Se i genitori rimangono bloccati nella fase dei litigi e rifiutano di assumersi le proprie responsabilità, procurano ai figli un grande disagio e possono verificarsi conseguenze sulla salute e sulla crescita degli stessi. All’interno di loro si alternano sentimenti contrastanti non sempre comprensibile. Dire a una bambina, per esempio, “stai lontano da tuo padre, non è una buona compagnia per te” (non prendere da tuo padre), può indurre comportamenti bulimici. La femmina rimane fedele alla madre in ciò che mangia e fedele al padre nell’atto di rigettare quello che ha preso dalla madre.
Anche iperattività, problemi di comportamento a scuola con i compagni, solitudine e depressione, debolezza e scarsa voglia di vivere, sono aspetti di una personalità repressa e incline all’insicurezza.

Il bambino è in grado di rapportarsi in modo adeguato con ciascun genitore separato : “il mio posto è da mamma e da papà.”
Togliergli questa libertà di non dovere scegliere ovvero costringerlo a riferirsi solo ad un genitore, crea e lascia ferite laddove noi abbiamo le nostre ferite aperte e le trasmettiamo a coloro che amiamo di più, ai nostri figli, tramandando da generazione a generazione la stessa mancanza di attenzione.
Ripeto, il più grande peso dell’infanzia è la preoccupazione conscia ed inconscia per i genitori. Inconsciamente il bambino vuole salvare la mamma o il papà perché ha bisogno di loro. Il suo impegno è talmente grande che egli sviluppa un senso di colpa e si sente la causa dei litigi dei genitori e, di conseguenza, anche del divorzio. E questo ha, infine, la sua inevitabile logica nel fatto di sentirsi anche punito a causa della sottrazione di una delle persone più importanti della sua vita.
E’ da trasmettere ai figli che una famiglia rimane sempre intera anche se i genitori non si amano più, perché i genitori rimangono tali finché vivono.
Ogni bambino ha il diritto di amare padre e madre, di stare con loro e imparare da entrambi. Solo un bambino al quale è permesso amare entrambi i genitori è veramente libero di crescere.
Il conflitto tra genitori non riguarda i figli. Se ufficialmente i figli si schierano dalla parte di un genitore, per fedeltà interiormente sosteranno l’altro.

Prendersi la responsabilità delle proprie scelte.
Se finisce un matrimonio sono responsabili entrambi i partner. Se uno solo dei coniugi guarda con rispetto verso l’altro c’è la possibilità dello scioglimento della relazione sul livello dell’anima. Mi riferisco all’anima della famiglia, un campo energetico che raggiunge anche i figli.

Voglio soffermarmi un attimo sulle possibili cause della rottura di un matrimonio. Spesso ripetiamo inconsapevolmente i destini dei nostri avi, con una lealtà cieca verso i nostri familiari. Magari non siamo completamente disponibili per il nostro partner poiché portiamo nel cuore un partner precedente oppure siamo schiacciati dal sedimento di un lutto non vissuto o di un peso che sorreggiamo per un nostro genitore, la nostra famiglia d’origine.
Tutti noi siamo parte integrante di una famiglia ovvero di un sistema familiare che influenza il nostro sentire, pensare, agire – e quello dei nostri figli – più profondamente di quanto ci è dato comprendere. La famiglia è un sistema che ci condiziona profondamente e che ci accompagna per tutta la vita. Questo fatto può essere una fonte di debolezza o di forza per noi.

Le Costellazioni Familiari e Sistemiche danno la possibilità di portare alla luce i legami e gli intrecci fra i vari membri della famiglia favorendone la comprensibilità e la risolvibilità, conducendo progressivamente verso la riconciliazione, trasformando la debolezza in forza. Ciascun membro della famiglia e il suo destino vengono riconosciuti e rispettati, prendendo il loro posto nell’ambito del sistema.

Come si fa una Costellazione Familiare: L’interessato sceglie, nello spazio protetto del gruppo dei partecipanti, coloro che possono rappresentare se stesso e i suoi familiari e li posiziona. I rappresentanti sono connessi con il campo energetico della famiglia che fa emergere le dinamiche nascoste e le sue conseguenze in un processo spesso molto commovente e coinvolgente, trasformando così l’amore ciecamente leale verso la famiglia, spesso vissuto come un peso nella propria vita, in amore consapevole, capace di riportare nel flusso verso nuove soluzioni, usando anche frasi liberatorie suggerite e verificate dal conduttore.

Riconoscere quello che c’è.
Parto dal presupposto che ciascuno ha il padre e la madre giusti.
Si constata semplicemente con il fatto che questi sono mio padre e mia madre ed è giusto così anche per i nostri figli. Non possiamo mai cambiare un genitore, bensì aggiungere altri conviventi.
Se abbiamo concepito un figlio insieme bisogna riconoscere la rispettiva genitorialità. Disconoscere o sottrarre al proprio figlio un riferimento affettivo di tale significatività equivale a compromettere una percezione di completezza nel bambino.
Tramite le costellazioni familiari si verifica che ciò che è stato legato con amore può essere sciolto solo con amore.
Ma qual è la strada che conduce la coppia dalla collera alla percezione dell’amore? Indipendentemente da quanto il conflitto sia intenso in superficie o dalla natura delle armi (disprezzo, ripiegamento su se stesso ecc.) con cui venga combattuto, ognuno di noi trova sempre il compagno adatto, cioè quello più adeguato alla sua tradizione familiare. Mettendo in scena la famiglia d’origine si può arrivare ad un riscontro tra moglie e marito sul genere di: “Io covo una collera (o una frustrazione o un dolore e così via) che mi deriva dalla mia famiglia. Non ha niente a che fare con te, ma colpisce te.”
Le possibilità o eventualità di proiettare su qualcuno la nostra immagine dei genitori ricadono prevalentemente sul nostro compagno: ad un tratto ecco la convinzione infantile di aver finalmente trovato la persona che potrà amarci e capirci sempre e realizzare ogni nostro desiderio.
Per fuoriuscire dal vittimismo o dalla dinamica dell’accusa è necessario riconoscere quello che c’è e prendere la responsabilità per le proprie azioni dicendo: “Io ti ho scelto come mio marito/ mia moglie. Mi assumo la responsabilità della mia scelta e ne porto le conseguenze.”

Come separarsi in condizioni favorevoli?
Separarsi è qualcosa di difficile e spesso non avviene con rispetto del rapporto da parte dei due partner. Ecco la dichiarazione di verità che Bert Hellinger, suggerisce loro di scambiare durante una costellazioni familiari: “Prendo le cose buone che mi hai dato. Sono molte e le conserverò con cura. Quello che ti ho dato te l’ ho dato con gioia e ti appartiene. Prendo la mia parte di responsabilità per la rottura del nostro rapporto e ti lascio la tua parte di responsabilità. Adesso ti lascio in pace.”
Continuando se ci sono figli: “La cosa più bella avuta da te sono i nostri figli. Ti sono grato per questa ricchezza. Ti vedo volentieri nel volto dei nostri figli e ti rispetto in loro. Abbiamo per sempre il legame di essere i genitori dei nostri figli. Ti lascio libero dal nostro rapporto.”
E nei confronti di ciascun figlio aggiungono: “Quello che è tra di noi non ti riguarda, ci pensiamo noi. Siamo per sempre i tuoi genitori, puoi venire da noi quando vuoi.”
Così si scioglie il rapporto con rispetto per il partner e il suo destino. Se rimaniamo nella collera, restiamo energeticamente attaccati al partner sacrificando la nostra libertà, quella dei nostri figli e dei possibili nuovi partner.
Queste frasi pronunciate e veramente sentite tra i rappresentanti di una coppia durante una costellazione familiare hanno un influsso sul campo energetico della famiglia dell’interessato chiamato “il movimento dell’anima”. Siamo tutti connessi all’anima della famiglia. Il messaggio curativo arriva fin qui, sciogliendo i blocchi e gli intrecci e raggiungendo anche il cuore del bambino.
Si può anche provare ad immaginare davanti a se’ il partner precedente, usare una sua fotografia o scrivere idealmente una lettera , esprimendo dal profondo del cuore le frasi liberatorie.
Non può essere una tecnica meccanica ma deve essere veramente sentita nel cuore per avere un effetto sul campo energetico familiare.
Pronunciando queste frasi si sperimenta un altro punto di vista, che muove dal comportamento infantile accusatorio, conflittuale e giudicante nei confronti del partner fino all’assunzione di responsabilità per le proprie scelte da adulto.

Consiglio di costituire un ordine sistemico della propria famiglia.
E’ anche possibile creare una costellazione familiare insieme ai bambini che hanno una percezione eccezionale del campo energetico. E’ sufficiente un genitore disponibile ad uscire fuori dal dilemma con il supporto di rappresentanti per lui e per tutti i membri della famiglia.
Immaginiamo noi stessi come genitori, anche separati, ma per sempre  genitori dei nostri figli, dietro le loro spalle. Il padre alla destra e la madre alla sinistra. E dietro le nostre spalle i nostri genitori.
Affidandosi ai genitori, uniti alle sue spalle, il bambino può appoggiarsi e guardare in avanti. Egli attinge forza da loro per vivere la propria vita.
La sensazione di sentire ed immaginare tutti i due genitori dietro le spalle, rinforza e protegge il figlio e in caso di difficoltà, può diventare un aiuto interiore molto importante.

La terapia dell’abbraccio, praticata con il genitore che non è in collera con il partner e mediante l’accompagnamento di un terapeuta dell’abbraccio, infonde sicurezza al bambino durante e dopo una separazione.
Dentro il conforto di una stretta rassicurante in cui non viene meno il rispetto delle qualità paterne o materne dell’altro genitore, il fanciullo può lasciare scorrere rabbia e lacrime per la separazione dei genitori, sentendosi fortemente tenuto nell’abbraccio e tanto saldo da imprimere all’amore nuovo movimento in direzione di entrambi i genitori.
Nell’abbraccio della madre, interiorizzando le parole da lei pronunciate: “Tutto quello che hai preso da tuo padre io lo amo in te, sono felice che tu sia come lui” il figlio sperimenta una nuova felicità, rallegrandosi dell’amore fedele verso suo padre, dopo la separazione dei genitori.

Riconciliazione con il proprio genitore o il partner separato.
Ogni essere umano da bambino ha vissuto esperienze di fallimento. Per questo motivo tutti quanti portiamo ancora dentro di noi le ferite del passato e il dolore relativo. Il dolore represso si trasforma nel desiderio di trovare ciò che non abbiamo ricevuto. Ecco perché proiettiamo un’immagine di nostro padre o di nostra madre sugli uomini e le donne che incontriamo per poi correre dietro a queste immagini, con la speranza infantile di riuscire finalmente in ciò che ci è mancato. Ma questo è un desiderio impossibile da realizzare, perché noi non siamo più bambini e nessuno può sostituire i nostri genitori reali. Più forte è il dolore, più intenso è il desiderio e maggiore è la cecità che ci impedisce di percepire la realtà.
E’ necessario guarire le vecchie ferite prima di ricominciare una nuova relazione e non trascinarsi dietro il vecchio comportamento.
Diventare adulti vuole dire prendersi la responsabilità per gli eventi della propria vita, accettare quello che è stato, rispettare i genitori come sono: “vi prendo con il prezzo che vi è costato e che costa a me.”
Oltre alle costellazioni familiari e sistemiche ci aiuta la tecnica di riconciliazione, riconoscere e sciogliere le vecchie ferite e trovare la pace in un abbraccio terapeutico e con la visualizzazione del genitore. Ci fa fuoriuscire dallo stato di bisogno verso il partner e diventare un genitore adulto per i nostri figli.
Con questo abbraccio sotto visualizzazione, sempre guidato da un terapeuta, è anche possibile di riconciliarsi con un partner separato.
Una separazione, infine, è un’occasione di crescita e faremmo bene a cogliere questa sfida per non ripetere una nuova relazione nel vecchio stile.
Se il figlio di genitori separati viene rispettato dal nuovo partner come la persona che era già prima di lui/lei, secondo le ordini dell’amore, di Bert Hellinger, la nuova coppia può formarsi in armonia, perché figlio, genitore e compagno sanno riconoscere il proprio posto nella famiglia allargata.
Anche se la separazione è avvenuta durante una gravidanza, essa produce lo stesso impatto sul figlio, facendo questo parte del campo energetico della famiglia come il padre e la madre. Per un sano sviluppo del nascituro è consigliato lo scioglimento consapevole del rapporto con tutto il rispetto verso il partner e il suo destino, riconoscendo la sua somiglianza con il bambino e lasciando spazio al rapporto padre e figlio.

Una Parola alle autorità giuriche.
Se il tribunale dei minorenni vuole tutelare i bambini che subiscono una separazione, deve rendersi conto del sopra elencato ordine di famiglia e della psiche dei figli che, nel loro cuore, restano fedeli a tutti e due i genitori . Sono da favorire soluzioni che danno al bambino la possibilità di esprimere in egual misura il suo amore verso la mamma e il papà senza rinunciare ad una parte di se’.
In relazione al bambino il divorzio non può essere posto in termini di colpevolezza, poiché questa attiene solo alla sfera dei partner. Il bambino ha bisogno di una soluzione vivibile e duratura che includa nella sua esistenza la dimensione affettiva di tutti e due i genitori.
Appena e possibile, per figli e genitori separati, sarebbe importante trascorrere tempo insieme, questo darebbe al bambino stabilità e forza.

Alla fine mi piace citare un’opera teatrale di Berthold Brecht “Il cerchio di gesso del Caucaso”.
Quest’opera di Brecht è una rielaborazione di un’antica leggenda orientale, che l’autore riprende e ambienta nel Caucaso. Nel regno scoppia una rivolta, il re viene ucciso, e la regina, madre di un neonato, non esita ad abbandonare il piccolo preferendogli il suo prezioso guardaroba e i suoi preziosi accessori. A salvare il piccolo principe è la balia Groucha, che attraverso numerosi pericoli, lo porta in salvo, crescendolo come fosse suo figlio in una piccola casa di campagna. Anni dopo, quando la situazione politica è ormai stabile ed è possibile tornare al potere, la regina torna con l’intenzione di riprendersi il bambino, poiché egli è il legittimo erede al trono e senza di lui ella non può riappropriarsi dei propri privilegi. La balia si oppone, reclamando il bambino come proprio in quanto l’ha cresciuto donandogli l’amore. Credendo di avere la vittoria in pugno, la regina si appella a un giudice, famoso nel territorio per la sua corruzione e la sua chiara tendenza a dare giudizi in favore di chi ha più moneta contante. La faccenda sembra ormai destinata a risolversi male, ma il giorno del processo, al posto del giudice, vi è un sostituto, un altro giudice di nome Azdak, incapace e ubriacone, che puntualmente si presenta in aula ubriaco. Nessuno può stabilire chi sia con certezza la vera madre, poiché entrambe reclamano il bambino come proprio. Per verificarlo, egli fa tracciare un cerchio di gesso a terra, nel cui centro viene posto il bambino. Le madri devono tirarlo verso di loro contemporaneamente, chi riuscirà a stringere il piccolo a sé sarà stabilito che sia la vera madre. Le donne si mettono in posizione, ma al via del giudice la balia non si muove, e la regina stringe a se il bambino. Credendo che forse la donna non avesse sentito, il giudice fa ripetere la prova, ma di nuovo la donna non si muove. La regina ha già la vittoria in mano, ma con il suo verdetto il giudice stupisce: la vera madre è la balia, poiché ha preferito lasciare il bambino piuttosto che fargli del male coinvolgendolo in quella specie di tiro alla fune, e per questo ella ha diritto a continuare a crescerlo.

Nella fase di una separazione abbiamo ogni tanto da lasciare la mano del figlio, ma rimanere dietro le sue spalle, per conservare e tenere vivo l’amore.