La Rinascita
Lo scopo della Rinascita è una nuova esperienza nel senso di una correzione di ciò che è accaduto. In questo modo la gravidanza viene ricostruita positivamente dal momento del concepimento, nonché nella fase della gestazione, della nascita e dell’imprinting.
Condizionamenti negativi, dovuti ad una gravidanza problematica, una nascita difficile o un parto traumatico, possono essere rimossi in modo positivo per liberare la strada verso una vita serena e gioiosa.
Il metodo si è sviluppato partendo dalla simulazione di una nascita, cambiando eventi traumatici, vissuti dal cliente, in una esperienza positiva durante la ricreazione della sua nascita.
La rappresentante della madre ed il bambino, che sarebbe il cliente, rimangono in stretto contatto durante tutto il processo. La mamma tiene il bambino pancia contro pancia e appoggiato al suo cuore. Il bambino è coperto totalmente con un lenzuolo rosso che funge da utero.
Oltre al bambino e alla rappresentante della madre serve una terapeuta come ostetrica, che gestisce il processo, che include la sincronizzazione del respiro e delle contrazioni. Servono alcune persone che formano il canale e accompagnano le doglie, fra le quali un assistente che regge la testa del bambino e un assistente che si occupa di dare sostegno ai piedi. E’ utile anche il supporto di una rappresentante della madre della partoriente e del suo compagno.
Fanno parte integrante di questa terapia i dialoghi sulle circostanze della gravidanza, del parto, sul periodo postparto, sull’accudimento, nonché le informazioni su problemi o disturbi sistemici.
Dopo la nascita viene lasciato lo spazio per l’imprinting, l’inizio dell’amore, cioè il momento dove si incontrano madre, padre e figlio/a per la prima volta, si innamorano e si rispecchiano l’uno nell’altro.
La prima relazione con nostra madre, con il suo corpo, le sue emozioni, la sua mente e il suo spirito, forma la nostra relazione primaria e insegna a noi come vivere in questo mondo. Le nostre esperienze pre e perinatali si registrano nelle nostre cellule. Il nascituro è al corrente delle emozioni, dei pensieri e azioni della propria madre e, tramite lei, anche del padre. Il contatto inconscio tra genitori e figlio trasmette al nascituro tutto il mondo della famiglia in modo invisibile. Tutto il percorso della nascita, da ciò che precede il concepimento sino al parto e immediatamente dopo, costituisce la base dell’intera esistenza.
Quando l’accoglienza non avviene nel modo giusto, così come programmato nel bambino, si crea una lacerazione nel rapporto col mondo esterno e con la madre che lascia un vuoto difficile da colmare, prospettando nuove e continue sofferenze.
Le nostre culture avanzate si sono costruite sull’allontanamento del neonato dalla madre, subito dopo la nascita. Siamo inesauribilmente alla ricerca di qualche cosa che abbiamo già perso nel primo momento della nostra vita. Nella maggior parte dei nostri ospedali succede questo: il bambino viene, spesso senza ragione, allontanato dalla madre subito dopo il parto e così si crea una ferita originaria nella capacità di amare, di rapportarsi e di essere socievole, all’inizio della vita umana. Nel primo momento successivo al parto viene infusa la nostra strategia di sopravvivenza che può condizionare tutta la nostra vita.
La storia della nostra famiglia ha un grande influsso sulla nostra vita. Può essere d’aiuto costruire un albero genealogico diventando così consapevoli dei fatti della famiglia, non solo relativamente ai parti.
L’allontanamento temporaneo tra madre e figlio a causa di permanenza nell’incubatrice, la morte di un gemello nella pancia, complicazioni durante il parto come taglio cesareo o uso della ventosa, possono costituire una debolezza non indifferente nella nostra vita e ripetersi, inconsapevolmente, sui nostri figli.
Le nuove ricerche confermano che gli eventi traumatici nella nostra vita hanno origine già nel grembo materno e in seguito sono solo una continua ripetizione di essi. Il bambino nella pancia registra tutto ciò che succede durante il concepimento, la gravidanza e il parto e tutto quello che i genitori pensano, dicono, vedono, sentono e fanno, quello che desta il loro interesse e ciò che procura loro disturbo e preoccupazione. Le sensazioni del padre vengono riflesse dalla madre, così il bambino percepisce anche il suo papà. Nello stesso momento il feto è anche ipersensibile e vulnerabile per quanto riguarda le relazioni con l’ambiente. Eventi gravi nella vita dei genitori hanno un effetto immediato sul nascituro che, senza aiuto interazionale, non è in grado di risolvere o scaricare tensioni e traumi.
Tramite il metodo della seconda nascita andiamo a trasformare i blocchi emozionali, i traumi e i condizionamenti che derivano dalla vita intrauterina e dal parto, con il risultato di vivere una vita più autentica.